Giovedì 11 febbraio 2021, Ottavio Missoni, avrebbe compiuto 100 anni.
Lui, che al raggiungimento degli 85 anni, aveva dichiarato “sono entrato nell’ottantacinquesimo anno di età e non ci vedo niente di buono”.
Lui, che da solo ha scritto un pezzo di storia italiana: da soldato ad esule, da sportivo ad attore, da stilista ad artista.
Molte personalità e molti talenti racchiusi in un unico uomo che “si è fatto da solo”, sino a divenire il padre della moda a colori, ma la cui grande caratteristica era il non prendere troppo sul serio ne sé stesso ne il proprio mestiere.
Storia di una vita: sportivo, soldato, attore e stilista
Ottavio Missoni nasce a Ragusa di Dalmazia (Dubrovnik) nel 1921, dal capitano di marina Vittorio Missoni e da madre dalmata di nobili origini, per poi trasferirsi a sei anni a Zara.Divide il suo tempo tra lo studio e l’atletica leggera, sua prima passione; a sedici anni è già in nazionale, sino a partecipare nel 1938 ai Campionati Europei sui 400 metri e a divenire campione mondiale studentesco a Vienna nel 1939.
Nel 1939 lo ritroviamo anche in guerra, sul fronte africano e, nel 1941, è tra gli italiani che resistono a El Alamein; viene fatto prigioniero dagli inglesi e, per quattro anni, vive la prigionia in Egitto.
Rientra in Italia nel 1946, a Trieste, quando le terre dove era cresciuto fanno parte della Jugoslavia.
Riprende la sua attività di sportivo e, nel 1948 lo ritroviamo alle Olimpiadi di Londra, tra i sei più forti del mondo.
Proprio a Londra conosce la sua futura moglie, Rosita Jelmini, la cui famiglia possiede una fabbrica di tessuti a Golasecca, in provincia di Varese.
Ottavio Missoni, trentenne, sfrutta però anche il suo fascino.
E’ attore di buon successo di fotoromanzi, mentre nel frattempo, a Trieste, apre un laboratorio di indumenti sportivi assieme all’amico Giorgio Oberweger, sportivo e soldato come lui.
Nel 1953 sposa Rosita Jelmini e si trasferisce in Lombardia, dove assieme avviano un’attività a Gallarate, in un capannone in affitto.
Poco dopo i Missoni spostano tutta la produzione a Sumirago, da cui prende vita la loro lunga avventura.
Il “quartier generale” Missoni comprende sia il domicilio famigliare che la sede lavorativa e dove, in quattro anni, nascono tre figli: in collina, immerso nel verde, per tornare a vivere a contatto con la natura.
Il marchio Missoni dall’Italia agli Usa
Negli anni 1960 gli abiti Missoni iniziano a comparire nelle riviste di moda.Nel 1962 la grande innovazione: Ottavio e la moglie iniziano a usare la macchina da cucito Rachel, nata per la lavorazione degli scialli che dona leggerezza e colore agli abiti.
Si spalancano per loro le porte della moda: nel 1966 ha luogo la prima sfilata al Teatro Girolamo di Milano, mentre l’anno seguente sono presenti per la prima volta a Firenze, Palazzo Pitti.
In quest’occasione, poco prima che le modelle escano in passerella, Rosita si accorge che queste non indossano biancheria di colore adatto e, quindi, la fa togliere. Non fa conto dei riflettori però! Sotto la loro luce, i capi in maglia divengono trasparenti.
Nel frattempo a Parigi, Yves Saint Laurent sta lanciando il celebre nude look: i Missoni, ahimè, non vengono più invitati a Palazzo Pitti e, nel 1968, decidono di presentare la loro collezione alla Piscina Solari, con una celebre sfilata acquatica.
Nel 1969 i Missoni invadono gli Usa: la rivista Woman’s Wear Daily dedica a Missoni la pagina di apertura e, l’anno successivo, i magazzini Bloomingdale’s di New York aprono una loro boutique.
Nel 1970, Ottavio e Rosita, presentano a Firenze una collezione che definisce una nuova concezione grafica: quella che gli americani chiameranno “put together”.
E, nel 1971, Ottavio presenta a Cortina proprio una collezione con i famosi “patchwork” colorati.
Arrivano così l’Oscar della moda a Dallas e, nel 1975, una mostra a Venezia, alla Galleria Navigli, in cui i tessuti sono esposti come quadri.
Nel 1983 Missoni realizza i costumi di scena per la Lucia di Lammermoor alla Scala e, nel 1987, disegna gli interni per la popolare auto Y10.
La Mostra in occasione dei 100 anni
Per celebrare i 100 anni della nascita dello stilista, il Ma*ga di Gallarate presenta il nuovo allestimento della “Sala arazzi Ottavio Missoni”.La sezione, divenuta parte permanente all'interno del Museo già dalla Mostra Missoni del 2015, conserva una serie di grandi arazzi realizzati in patchwork di tessuto a maglia.
Lo spazio espositivo è concepito dal figlio Luca Missoni e progettato da Angelo Jelmini, per sottolineare il valore di queste particolari realizzazioni tessili.
Possiamo ammirare quindi una selezione di studi originali, da sempre disegnati usando pennarelli colorati su carta a quadretti, realizzati per progettare le sue creazioni, ed inoltre, una scelta di tessuti in maglia, alcuni dei quali già esposti nel 1975 alla sua prima mostra alla Galleria Navigli a Venezia.
Infine una serie di dipinti policromi in acrilico su tavola creati in forma sperimentale nei primi anni Settanta.
Omaggio a Ottavio Missoni, padre della moda a colori.
“Non mi chiedere di moda, non me ne intendo”
Ottavio Missoni