Buongiorno care lettrici e lettori, come state?
Oggi viaggiamo indietro nel tempo, nella Francia del 1800 tra gli anni ’60 e ’70 mentre a Parigi gli impressionisti, pittori iconoclasti per eccellenza, con le loro prime esposizioni, danno ufficialmente il via alla stagione dell’Impressionismo, la pittura del colore e della luce.
Possibilmente da quando ne ho memoria alla domanda chi è il tuo pittore preferito io ho sempre, o comunque prima di conoscere altre stupende maniere e stili pittorici, risposto: Monet e gli Impressionisti. O meglio, tutti i pittori che lavoravano en plein air.
Nel loro lavoro non esisteva precisione, purezza e composizioni scandite da un ritmo cadenzato e preciso, bensì, è ritracciabile nei loro quadri la volontà di comprendere come luce e colore giocano assieme affinché potessero essere, aboliti del tutto, i limiti tra disegno, colore, figure e paesaggio dando vita quasi ad un caos danzante, un apparente disordine composto da colori complementari stesi sulla tela a piccoli tocchi.
Si è lontani dalla registrazione pedissequa della lezione realista di Gustave Courbet.
Il loro intento è proprio quello di consegnare agli occhi dello spettatore ciò che i loro occhi hanno avuto modo di vedere in quel preciso momento, una vera e propria "impressione".
Ballo al Moulin de la Gallette, il quadro di un pomeriggio spensierato
Poco tempo fa acquistai un dossier d’arte incentrato su un’opera di Pierre-Auguste Renoir con l’introduzione al testo scritta da Philippe Daverio, grande figura nel mondo dell’arte venuta purtroppo da poco a mancare e, ho pensato di condividere con voi, i punti salienti del lavoro del pittore seguendo il filo rosso del suo quadro, forse tra i più famosi ed apprezzati.Renoir si unisce alla prima vera esposizione pubblica degli impressionisti nel 1874 finendo per conquistarsi, con il tempo, uno dei ruoli principali nella scena del movimento pittorico del tempo.
È nel 1876 che Renoir dipinge Il Ballo al Moulin de la Gallette ed è con questo capolavoro che il pittore conferma la direzione che ormai è convinto di voler intraprendere con la sua pittura: lo studio della luce e di come essa si modula e fonde con la figura umana e la sua rappresentazione.
Il pittore, nel corso della sua carriera, farà della sensibilità cromatica e dell’immediatezza dell’immagine la sua firma d’artista.
Il luogo in cui è ambientato il dipinto è un luogo all’aperto nel cuore di Montmartre e, quella a cui ci troviamo davanti, è una vera e propria istantanea realizzata da colori e pennellate che, grazie alla maestria del pittore, danno vita ad uno spezzato di vita spensierata e leggera, infusa dai raggi del sole che filtrano tra la folta vegetazione.
La scena del Ballo al Moulin de la Gallette
Tra danze, risate e suoni d’orchestra in un ambiente semplice ed essenziale si staglia una folla di uomini e donne danzanti sulla pista da ballo in una normale domenica pomeriggio parigina. A prendere parte alla scena rappresentata, vi sono anche molti amici del pittore che hanno posato come modelli, in primo piano seduti al tavolo sulla destra e al centro del quadro.Sono pregnanti i tocchi rapidi delle pennellate con colori pieni e al massimo della loro carica. La luce che è variabile e tremolante, posandosi sui volti e sulle superfici raffigurate, fa in modo che si dissolvano i volumi e le forme concrete.
Tutto è un insieme fluido ed indefinito a partire dalle figure del primo piano ed è interessante notare come con questa impostazione il pittore rema contro la tradizione accademica e le regole della prospettiva tradizionale, infatti Renoir, rappresenta la profondità della scena così come l’occhio umano la percepirebbe.
Non c’è regola o teorema geometrico di fondo, solo libertà ed ispirazione, nelle figure, nella cromia e nell’impostazione generale. Volontà dell’artista è dare alla scena un tocco immediato e movimentato, proprio come la folla che gira nel ritmo gioioso e libero della danza tra chiacchiere, bere e fumare.
L’intento di Renoir
Nell’immortalare una scena fatta di gesti quotidiani, il pittore ha intenzione di rendere eterno un attimo e farlo assurgere ad istantanea di vita, una vita resa eterna come un vero e proprio momento di storia, una still-life della società parigina all’interno di una tela dalle dimensioni importanti, per parafrasare liberamente le parole di Francesca Castellani in Renoir e la sensualità della pittura.Allora, vi è piaciuto prender parte a questo scorcio di vita parisienne?
E di Renoir e la sua opera, che mi dite?
Vi abbraccio,
Federico.
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