Il Carnevale di Venezia: un fascino unico al mondo

Un’allegra passeggiata tra calli e campielli, uno sguardo al campanile di San Marco, le placide onde della laguna… e poi maschere con piume e brillantini, abiti dalle fogge d’un tempo ed un’atmosfera colorata unica al mondo: cari amici, oggi vi scrivo direttamente da Venezia per darvi il benvenuto dal suo Carnevale!

Qui a Venezia, questo periodo dell’anno racchiude contemporaneamente giornate nebbiose e i primi splendidi raggi di un sole nuovo, freddi cieli stellati e rossi tramonti orizzontali.

Ed in questa atmosfera che ci traghetta dall’inverno alla primavera, la città si accende ad onorare un momento antico e ogni anno nuovo, la gioia e la spensieratezza, prima della Quaresima pasquale.
 

Lo spirito antico del Carnevale veneziano

Partiamo dal presupposto che, in quasi tutte le società antiche, esistevano culti legati al passaggio dall’inverno alla primavera, come ad esempio i latini Saturnalia o i culti dionisiaci, il cui motto era “Una volta all’anno è lecito non avere freni”.

A Venezia, si hanno i primi ricordi delle festività del Carnevale sin dal 1094, sotto il Doge Vitale Falier, in un documento che parla di divertimenti pubblici nei giorni che precedevano la Quaresima.
Il primo documento ufficiale che dichiara il Carnevale una festa pubblica, è però un editto del 1296, quando il Senato della Repubblica dichiarò festivo il giorno precedente la Quaresima.

In quest’epoca, e poi per molti secoli a venire, a Venezia il Carnevale durava sei settimane, dal 26 dicembre al Mercoledì delle Ceneri, sebbene talvolta i festeggiamenti venissero iniziati già i primi di ottobre.

In tutta Venezia, durante il Carnevale, gli affari e le attività passavano in secondo piano, mentre ci si intratteneva in festeggiamenti, divertimenti e spettacoli che si tenevano all’aperto: da Piazza San Marco alla Riva degli Schiavoni, ai maggiori campi (piazze) della città. 
Si incontrava dunque un variopinto insieme di giocolieri, acrobati, musicisti, danzatori, che offrivano la loro arte ad un pubblico formato da cittadini di ogni età e classe sociale. 
Ma ben presto, si diffusero anche piccole rappresentazioni e, spettacoli di vario genere, in case private, nei teatri e nei caffè della città. 
E grandiose feste con sfarzosi balli in maschera, presero vita nelle dimore dei sontuosi palazzi veneziani.

Il Settecento rappresenta il periodo di massimo splendore del Carnevale di Venezia, che diviene celebre anche in tutta Europa, e che costituisce un’attrazione turistica ed una mèta ambita di centinaia e centinaia di visitatori. 
Il Carnevale ebbe poi un momento di stasi dopo la caduta della Repubblica di Venezia (1797), perché visto in parte di cattivo occhio dalla temporanea occupazione di francesi prima, ed austriaci poi. 
La tradizione si conservò però nelle isole della sua laguna, Burano, Murano, dove i festeggiamenti continuarono. 

Il Carnevale dei nostri giorni viene inaugurato solo nel 1979, grazie ad alcuni cittadini e associazioni civiche (tra cui Comune di Venezia, Teatro La Fenice, Biennale di Venezia, enti turistici) che si impegnarono anche economicamente per farlo risorgere ad antico splendore. 
Ecco che ora il Carnevale di Venezia è il momento dell’anno in cui le calli si riempiono di migliaia di maschere festanti da tutto il mondo, all’insegna di allegria e di scherzi, ma anche di balli e galà esclusivi sostenuti da grossi sponsor.

Buongiorno Siora Maschera” (Buongiorno Signora Maschera)

Come abbiamo detto, sin dai tempi antichi esistevano feste che permettevano, per un periodo dell’anno, di “stravolgere” le regole sociali; ed è molto simile lo spirito che anima, all’origine, il Carnevale veneziano, durante il quale le ricche oligarchie davano l’illusione ai ceti poveri di poter prendersi gioco di loro, lasciandosi burlare pubblicamente.

Attraverso l’anonimato, che garantivano maschere e costumi, tutte le divisioni sociali venivano per così dire "livellate"; e questi sfoghi venivano tollerati per appianare, almeno in parte, i malumori che si vivevano all’interno della Serenissima, in cui vigevano rigidi limiti di morale e di legge.

Nella Venezia del Settecento, per un periodo dell’anno, il mondo sembrava non opporre più resistenza, ed ogni pensiero diveniva possibile. 
E così, lungo le calli, per i canali, il saluto era “Buongiorno Siora Maschera” (Buongiorno Signora Maschera), laddove l’identità personale, la classe sociale, il genere, non esistevano più, celati sotto un temporaneo trasmutamento.
 
V. La Bella, "Carnevale a Piazza San Marco"
 

Tra leggenda e realtà: la Festa delle Marie

Avvolta nella leggenda è l’origine della futura Festa delle Marie, celebrata ancora prima dell’istituzione del Carnevale stesso, e nel quale venne in seguito incorporata.

La storia vuole che nel giorno della purificazione di Maria, il 2 febbraio, a Venezia fosse usanza celebrare il giorno della benedizione delle spose; presso la Basilica di San Pietro di Castello, venivano benedetti collettivamente i matrimoni di dodici fanciulle, sorteggiate tra le più belle ma povere della città.
La loro dote veniva costituita dalle famiglie patrizie di Venezia, mentre il Doge stesso concedeva loro in prestito gli splendidi gioielli del tesoro della città. 

Si narra però che nell’anno 943, sotto il Doge Pietro III Candiano, durante le celebrazioni, irruppero in chiesa dei pirati istriani, i quali rapirono le fanciulle che indossavano, in quel frangente, i famosi gioielli.
La flotta della Serenissima riuscì fortunatamente a raggiungere i rapitori presso Caorle, a riportare la vittoria e liberare le spose. 

Da quel momento, si decise di istituire la Festa delle Marie (probabilmente nome portato dalla maggior parte delle fanciulle), Festa da tenersi annualmente per ricordare la grandiosa vittoria.

Venivano quindi selezionate dodici tra le più belle ragazze di Venezia, scelte in numero di due per ogni Sestiere (sorta di “quartieri”), e ribattezzate per l’occasione Marie.

La Festa delle Marie, nel Carnevale moderno, è stata ripresa ufficialmente soltanto nel 1999, grazie al grande critico Bruno Tosi: si tratta di una rievocazione storica della festa originale, durante la quale dodici ragazze veneziane sfilano in abiti medievali e rinascimentali in Piazza San Marco, sino all’elezione della Maria dell’anno.
 
Fonte immagine: www.ilgazzettino.it


Il Carnevale moderno

Le singole edizioni annuali del Carnevale moderno, dal 1979, sono state spesso contraddistinte e dedicate ad un tema di fondo, al quale ispirarsi per le feste e gli eventi culturali di contorno (ad esempio Il Viaggio, l’incontro con più culture, il tema dell’Oriente, oppure il veneziano Giacomo Casanova, o il regista Federico Fellini).

L’attuale Carnevale di Venezia è divenuto insomma un grande e spettacolare evento anche turistico, che richiama in città migliaia di visitatori. 
I giorni tradizionalmente più importanti del Carnevale veneziano sono il Giovedì grasso ed il Martedì grasso (a chiusura del Carnevale), anche se notevole importanza e affluenza ricoprono i fine settimana dell’evento.

Si stabilisce la data dell’inizio dei festeggiamenti ufficiali in coincidenza con il sabato precedente al Giovedì grasso, ed il termine con il Martedì grasso, per una durata complessiva di soli undici giorni

Il Carnevale di Venezia 2021 in streaming

Quest'anno sarà complicato per tutti ma, chiunque abbia voglia di seguire il carnevale anche dal proprio divano di casa, sarà possibile farlo!
 
Basterà collegarsi sui canali social ufficiali dell'evento o su Televenezia (canale 71). Le dirette saranno disponibili i seguenti giorni: 6 e 7 febbraio e dall'11 al 16, sempre febbraio, alle ore 17:00.
 
Per qualsiasi altra informazione, vi rimandiamo al sito ufficiale:  https://www.carnevale.venezia.it
 

Cari amici, per ora vi lascio con questa poesia del grande Carlo Goldoni, dedicata al Carnevale:

Qui la moglie e là il marito, 
Ognuno va dove gli par, 
Ognun corre a qualche invito, 
chi a giocar chi a ballar


A presto!

Valentina

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