Dante Alighieri, il Poeta-Vate della patria nostra: l'Italia

Mie care lettrici e lettori, bentornati. Come state?
Il pezzo di oggi nasce come un omaggio ad una figura cardine della storia della letteratura italiana e della nostra terra, un pilastro portante per la nostra cultura in quanto cittadini di un’unica Terra.

Oggi, nel mio piccolo, mi piacerebbe rendere giustizia alla sempiterna figura del padre della letteratura italiana: Dante Alighieri e, quale occasione migliore per farlo se non durante l’anno a lui dedicato? 
 
Recentemente, il 25 di Marzo per la precisione, è stata celebrata la giornata istituita in suo onore: il Dantedì e in tale occasione, in diretta dal Quirinale assieme al Presidente Mattarella e Roberto Benigni, è stato decantato da quest’ultimo il XXV Canto del Paradiso, emblema della potenza letteraria del sommo poeta.

Perché il 25 Marzo? Secondo le fonti letterarie, nonostante non si possa identificare con esattezza l’anno, sarebbe questo il giorno in cui Dante ha dato il via alla stesura della sua Commedia, quella che, con il tempo, sarebbe diventata Divina.
 
Fonte immagine :
Ms. Holkham misc.48, Bodleian Library, University of Oxford

Dante Alighieri, il poeta dell’Italia Viva

Nato a Firenze nel 1265, con il suo lavoro letterario si fa capostipite della cultura letteraria di un secolo intero.

Non solo un poeta, bensì anche un filosofo, linguista e politico, tante infatti sono le opere che ci ha lasciato: il Convivio, il De vulgari eloquentia (è proprio in questa opera che effettua una vera e propria apologia del volgare, guadagnandosi così il titolo di Padre della lingua italiana) o il De Monarchia.

Dante ha l’abilità di cimentarsi in qualsivoglia argomento, o tema e, trarne un’opinione vincente e piena di consenso, riuscendo a far sentire la sua voce mentre si presta come paladino del popolo e della gente comune.

Dalla personalità forte e decisa, per tutta la sua vita si impegnerà a difendere le sue posizioni e il suo credo, non risparmiando critiche e condanne verso chi commette ingiustizie e conduce una vita di perdizione e corruzione, dopotutto sappiamo che, l’opera che l’ha reso famoso in tutto il mondo e indelebile in ogni libro di letteratura che si rispetti, nasce perché nel bel mezzo del cammin della sua vita si ritrovò in una selva oscura, ove la retta via era smarrita.
 
Fonte immagine :
Ms. Holkham misc.48, Bodleian Library, University of Oxford

La Divina Commedia di Dante Alighieri, un identikit

L’opera che ha conquistato il cuore di generazioni intere e continua a farlo da secoli, nasce come un viaggio di redenzione e catarsi all’interno della dimensione ultraterrena tra Inferno, passando per il Purgatorio e terminando in Paradiso
 
Costantemente guidato dalla ragione di Virgilio e la fede di Beatrice, la sua amata, sua ragione d’esistenza e per intercessione della quale lui è riuscito ad intraprendere questo percorso. Il suo volere era quello di portare l’umanità intera dallo stato di miseria a quello della felicità.

La Commedia si compone di 3 Cantiche:
  • Inferno;
  • Purgatorio;
  • Paradiso;
 
Ogni Cantica, ad eccezione della prima che ne ha 34, è composta da 33 canti così che, il poema, risulta formato complessivamente da 100 canti. Nasce originariamente come Comedìa e definita Divina poi da Boccaccio che celebrò Dante, scritto in endecasillabi e in terza rima, con ruolo didattico-allegorico.

L’opera è allo stesso tempo quadro descrittivo della condizione delle anime nella vita dopo la morte e a mo’ di allegoria si presenta come strumento e percorso di purificazione alla quale ogni uomo deve sottoporsi affinché possa ottenere la salvezza.

Eppure, l’autore, inserisce al suo interno anche un motivo di critica e condanna verso le corruzioni dei suoi tempi, soprattutto quella della Santa Ecclesia e dei politici che abusano del loro potere in nome della giustizia.

Espediente per veicolare questi suoi messaggi, che siano critiche, messaggi di speranza o vere e proprie condanne, è il ricorrere all’inserimento nella scena letteraria di personaggi simbolo, ben noti a lui e ai suoi contemporanei. Difatti solo tramite questo espediente dei personaggi pubblici e conosciuti, si può sperare nel totale coinvolgimento di tutto il pubblico dei suoi lettori.

Che siano personaggi di storia o del mito poco interessa a Dante, che sia Cacciaguida, suo antenato, o Paolo e Francesca, protagonisti della cronaca nera del suo tempo, o personaggi biblici o del mito.

Perso in una selva oscura e minacciato da 3 belve feroci - un leone, una lupa e una lonza - Dante è soccorso dalla figura di Virgilio, sua ragione interiore e guida nell’Oltremondo che, lo guiderà nei cerchi discendenti dell’Inferno alla scoperta del mondo dei dannati. Per risalire poi la montagna del Purgatorio, luogo di mezzo e di espiazione del peccato: ognuno diverso per ogni livello, proprio come nei cerchi infernali dove ogni scempio e scelleratezza lontana dalla luce di Dio viene punita. 
Più è grande il peccato, più ci si trova vicino al traditore e ribelle per eccellenza: Lucifero, l’angelo che guidò la rivolta contro Dio.

Dante per espiare i suoi peccati deve attraversare questi luoghi oscuri, dove non esiste speranza. Raggiungerà poi il monte del Paradiso Terrestre, per incontrare la sua guida celeste, l’amata Beatrice, la prescelta da Dio e dall’autore per avventurarsi nella luce salvifica del Paradiso. Qui raggiungerà l’illuminazione e la beautitudine per riscattarsi dal suo povero destino di umile peccatore.
 
Fonte immagine :
Ms. Holkham misc.48, Bodleian Library, University of Oxford

Condivisione di due momenti che più preferisco

L’opera, nel suo intero, è composta in maniera brillante e sublime, ma se dovessi scegliere due momenti che mi toccano il cuore e, lì rimarranno per sempre, sarebbero i seguenti.

Uno si trova nel Canto V dell’Inferno dove conosciamo la storia di Paolo e Francesca, mentre, l’altro, sta nel Canto XXXIII del Purgatorio, quando Dante dinnanzi al Lete e all’Eunoe si abbevera e rinnova nello spirito.

Due momenti così diversi ma allo stesso tempo palindromi, così diversamente forti da destare una forte emozione nell’animo di Dante, tanto da portarlo a svenire nel primo e a voltarsi con sguardo rinnovato nell’altro. E' infatti proprio la differenza dell’esito scatenato dall’episodio e, allo stesso tempo, simile in natura seppur opposta a destare in me continuo stupore e meraviglia.

Dall’animo così grande e umile, disposto ad imparare ed ascoltare, il nostro eroe, il poeta protagonista, si pone al servizio del racconto della storia degli altri, immedesimandosene fino a turbarsi e perdere i sensi o, disposto a mettersi alla prova in tutto e per tutto per amor dell’anima e della donna sua.
 
Fonte immagine :
Ms. Holkham misc.48, Bodleian Library, University of Oxford

Considerazioni finali su Dante e la sua opera

Un uomo il cui lavoro lo ha fatto assurgere a modello eterno di vita e virtù e produzione letteraria, una figura rimasta impressa ed eterna nel tempo e che ha, ogni volta, un messaggio nuovo da veicolare con le stesse terzine pronte a stupire in continuazione il proprio lettore.

Fonte inesauribile di conoscenza e bellezza, il lavoro e l’opera di Dante continua e continuerà ad affascinare i cuori di chi si dimostra, disposto e aperto, ad imparare dal passato per vivere una vita luminosa ed espiata nel proprio presente e futuro.

E voi, Dante, come lo avete conosciuto?
Lo apprezzate tanto quanto me?
 
Ditemi la vostra, mi raccomando ci tengo.

Federico

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