Conosciamo insieme Bio Gentleaf di Sonia Capra

Oggi voglio portarvi con me a conoscere più a fondo un brand che amo e di cui conosco molto bene sia la filosofia che le varie referenze. Iniziamo subito con le domande a Sonia la “mamma” di Bio Gentleaf.    


Come e quando è nato il tuo amore per il Bio ?

Prima dell’avvento dell’era attuale si viveva in modo molto più sobrio e non esisteva la questione BIO/NON BIO. Io sono cresciuta in quel mondo semplice, contadino. Mangiavamo le pere dall’albero, correvamo a piedi nudi nei campi, aiutavamo i grandi a seminare, a raccogliere il fieno, a pulire il mais e giocavamo a fare le casette sotto agli alberi al fiume. Andavamo a scuola a piedi seguendo i fossati, ogni giorno anche quando faceva brutto. Mangiavamo erbe spontanee, eravamo i guardiani delle mucche al pascolo ed eravamo molto liberi, nessuno all’epoca si occupava molto di noi bambini.

Poi il mondo è cambiato mentre io crescevo, ma le radici erano piantate là, in quell’infanzia a contatto con la natura, selvatica e ancora pulita. Potrei dire quindi di essere cresciuta nel bio, anche se poi a un certo punto il mondo ha dato un’accellerata e da quando sono comparsi i supermercati è subentrata l’era non bio, per quanto forse già prima non lo fosse più, già negli anni settanta e poi sempre di più si usavano tonnellate di diserbi e pesticidi, si costruivano centrali nucleari e via dicendo, solo che non ne eravamo consapevoli. 

 Ho scelto il bio in modo razionale quando sono tornata a vivere in campagna, nel 1994, quando abbiamo rilevato l’azienda agricola di famiglia, biologica, nel 1992, quando ho imparato a coltivare, a mettere da parte il cibo per l’inverno, a fare il pane. Non poteva che essere così, e sono stata tanto fortunata a trovare nella famiglia di mio marito dei veri e propri pionieri del biologico, che già dal 1977 avevano iniziato a sperimentare tecniche di agricoltura biologica. Credo di aver sempre amato il bio, credo che essere bio significhi essere vivi, attenti e consapevoli, essere solidali e proteggere noi stessi e il pianeta e coloro a cui vogliamo bene. Non è nato ad un certo punto, è sempre stato parte di me. Non so se mi spiego, l’amore per il bio lo vedo come il rispetto per la vita, la nostra, quella degli altri, e degli animali e di tutte le creature del mondo
 

Raccontaci un po’ del tuo brand: perché hai scelto il nome Gentleaf e qual è la filosofia che guida il tuo operato?

Scegliere un nome è stata una cosa ben complicata. Ogni nome che mi veniva in mente era già “preso”. Poi dopo giorni e giorni ho realizzato che dovevo creare un neologismo, qualcosa che nessuno aveva inventato prima di me, ed ho semplicemente unito GENTLE, gentile, con LEAF, foglia. La gentilezza è una virtù che gode della mia massima considerazione, sono convinta che la gentilezza salverà il mondo. E la foglia rispecchia la natura, i suoi preziosi estratti, gli attivi a cui attingiamo per creare dei composti funzionali e in linea con il linguaggio del nostro corpo. Due parole che vogliono sintetizzare la mia filosofia di vita oltre che il mio lavoro. Ho voglia di creare cose belle, buone, sane che facciano bene a chi le usa. Prodotti che risolvono dei problemi, che armonizzano e bilanciano e leniscono. 

Il nome Gentleaf d’altra parte è solo il nome del brand, la mia attività ha un altro nome, che forse è anche più significativo per me: La Curandera. Ho studiato per diventare istruttore di taiji quan e qi gong (ecco svelato perchè a volte appaio con questo nome su fb, e qualcuno si chiede se io sia cinese), sono diventata operatorice olistica, per prendermi cura delle persone. Attraverso le antiche ginnastiche salutiste orientali, i trattamenti e la cosmesi biologica vegetale. Questa è la mia mission, la mia passione, ed è ciò che mi rende felice e mi dà mille splendidi pensieri e progetti che nascono ad ogni stagione. 
 

Perché hai scelto di rivolgere la tua attenzione esclusivamente ai capelli?

Come ho premesso sono cresciuta piuttosto selvaggia, ed ancora oggi non mi vergogno a dire che la mia skincare è piuttosto basic. Ma i capelli mi affascinano. Sono come delle antenne diceva la mia prima insegnante di Taiji quan. Se li tocchi gentilmente ti danno un grandissimo senso di benessere, anche se non sono materia viva, basta sfiorarli che creano subito un mondo di sensazioni. Non per niente detesto tagliarli e non parliamo poi di farseli lavare da chi ti strattona e ti fa quelle terribili frizioni tipiche della vecchia scuola dei parrucchieri di una volta. Trovo che avere dei bei capelli è qualcosa che mi rende felice

E ho conosciuto infinite donne che vogliono migliorare i loro capelli e spesso non sanno da dove cominciare. Conosco anche una quantità di donne che hanno capelli stupendi che mi riempiono di una piacevole e allegra invidia. Io le ammiro proprio, sono magnifiche le chiome in tutte le infinite sfumature di colore, di forma, di texture. Inoltre mi sono appassionata al concetto di routine che si occupa del cuoio capelluto, del suo equilibrio, come premessa fondamentale per avere dei capelli belli e sani. Questo approccio è molto in linea con i miei studi e si è rivelato una fonte inesauribile. Forse quando avrò finito di esplorare questo mondo mi dedicherò anche alla skincare, chissà. Fa parte del mio stile fare una cosa per volta e cercare di farla bene, se avessi messo insieme haircare e skincare sarebbe stato un po’ troppo penso. 
 

In quanto imprenditrice e titolare di una realtà commerciale , come hai vissuto questi mesi di pandemia ? Sei riuscita a trovare dei lati positivi da questa esperienza ? come ad esempio nuove ispirazioni per il futuro

Ne ho approfittato prima di tutto per avere più tempo per me e per fare quello che amo, per esempio per andare in montagna. Penso che il mio essere imprenditrice funzioni nella misura in cui trovo questo tempo per restare in contatto con la Natura, altrimenti la mia vena creativa si fermerebbe. Ne sono veramente convinta. Così durante la prima chiusura ho fatto un orto magnifico che mi ha regalato tanta verdura tutta l’estate. Poi in estate eravamo un po’ tutti incerti e tentennanti aspettando sto benedetto autunno e ciò che avrebbe comportato, così sono andata in montagna ancora di più perchè finalmente si poteva uscire di casa. Intanto portavo avanti il progetto della KHCR che comunque era tutto delineato già a gennaio, e quindi viaggiava a spron battuto come da programma indifferente alle scosse del mercato.

 A settembre per fortuna non c’è stato il Sana a Bologna che per me rappresenta un grandissimo stress, - cosa che evito molto volentieri, - per quanto sia un appuntamento che ha anche tanti risvolti positivi nel fatto che si conoscono le persone che usano i tuoi prodotti e i rivenditori e per questo è si magnifico, ma per chi lo deve fare è davvero una sfaticata fuori dal buonsenso. Così fino a novembre tutto è andato liscio. E’ stato invece pesante il secondo lockdown, ma intanto l’economia aveva capito che con sto mostro ci dobbiamo convivere, e grazie al Natale ed alla rassegnazione dilagante, per quanto il clima non fosse fantastico, siamo arrivati a fine anno decorosamente.

 Ovviamente appena hanno aperto le porte me ne sono scappata sui miei monti ancora più contenta di prima. E questo ve lo racconto per dirvi che in effetti se uno si sa adattare non c’è nulla che non si possa gestire serenamente. Certo io mi ritengo privilegiata, ho tante risorse per vivere felice. Amo il mio lavoro, amo i miei monti, e il solo disappunto che ho sentito è stato di dover abbandonare la palestra e l’insegnamento e ridurre in modo drastico i trattamenti. Ma quando togli energia da una cosa, te la ritrovi per qualcos’altro. Si si, progetti a non finire, tutto il programma per il 2021 è fatto, scritto, siamo in fase di elaborazione dei nuovi prodotti, una meraviglia! E anzi, ci sono progetti già in cantiere anche a lungo termine. Non posso lamentarmi, il silenzio del lockdown per me è stato fertile e fonte di grandi ispirazioni

Quali sono i tuoi canali di vendita? quali prediligi e perché ? sei più direzionata verso i grandi colossi del commercio online come amazon o cerchi di mantenere un maggiore contatto tra rivenditore-fornitore lavorando quindi con negozi più piccoli?

Sinceramente io amo lavorare con le persone che conosco, alle quali do del tu, che mi raccontano anche qualcosa di loro diventando parte della mia vita. Raccolgo frammenti di vita di chi entra a far parte del piccolissimo mondo Bio Gentleaf, questa è la cosa che prediligo. Non dico che mando via un rivenditore se è grande, ma un Signor Amazon, si fa per dire, manco si accorge che esisto, siamo su due pianeti diversi.

 I miei rivenditori sono per lo più donne che hanno saputo creare un’attività grazie alle proprie passioni personali e all’ingegnosità. Sono aziende familiari, di gente che si fa in quattro per la propria attività. Sono piccole medie realtà che mi somigliano, che hanno a cuore ciò che fanno e non guardano l’orologio, non risparmiano le parole per spiegare il prodotto, per aiutare il consumatore a trovare la giusta routine. I mei rivenditori sono persone che vorrei fossero i miei vicini di casa a volte, perchè sarebbe bellissimo essere circondati da queste belle persone, fare da zia ai loro figlioletti, andare insieme a camminare e curare i loro mal di schiena.

 Sinceramente, a me non interessa il volume di fatturato che fa un rivenditore, mi interessa che i miei prodotti soddisfino i suoi clienti e che alla fine della storia tutti siamo contenti. Poi ognuno fa secondo le proprie possibilità, ed è l’impegno che ammiro, non le dimensioni dell’azienda. 
 

In un momento in cui i social sono i protagonisti assoluti, tu che rapporto hai con facebook , instagram ed il mondo delle blogger?

All’inizio mi sono sentita un po’ fuori luogo sui social, non fa proprio parte del mio vissuto, ma poi sono entrata nel gioco e trovo che siano un modo carino di entrare in contatto con tante persone. Spesso mi vengono chieste consulenze con un messaggio su Instagram. Ho creato una community per poter condividere le esperienze e avere un angolo, un salottino virtuale dove scambiarci opinioni e consigli. BIO GENTLEAF HAIR CARE ROUTINE, su FB, è diventato qualcosa che non avevo previsto, uno spazio di comunicazione diversa, ma non per questo meno vera.

 Molte blogger poi le ho conosciute anche di persona, e con alcune ho stretto una vera e profonda amicizia. E’ solo come si usano questi canali che fa la differenza penso, non c’è nulla di malvagio nel mondo virtuale. In genere con le blogger ho un rapporto che è direttamente proporzionale con il loro effettivo interesse nei miei prodotti. Se mi chiedono una collaborazione verifico il profilo, con certe di blogger è carinissimo instaurare un rapporto, che poi dura nel tempo, ed ho anche tanti consigli, e recensioni, e talvolta do da provare anche dei campioni per vedere se piacciono o no, se c’è qualcosa da cambiare, da migliorare.

 Questa per me è la vera risorsa, dove c’è uno scambio in entrambe le direzioni, è un contributo prezioso che aiuta veramente a fare meglio il proprio lavoro. Altre volte invece proprio non vado avanti perchè se vedo che si vuole solo il prodotto in omaggio, sinceramente preferisco investire tempo e regali diversamente. 
 

Sei partita in questa avventura nel bio con la creazione di una linea capelli classica che è molto completa e studiata per varie tipologie di capello. Ci racconti brevemente come è avvenuta la creazione di questa linea e la sua filosofia ? 

La mia idea originale era di fare una linea di haircare dedicata ai saloni, all’uso professionale. Mi sono però resa conto quasi subito che il mondo dei parrucchieri non è molto recettivo al discorso del prodotto BIO. In modo non programmato sono tornata a lavorare con i negozi dedicati alla cosmesi biologica, sia fisici che online, benchè appunto l’approccio fosse quello della cosmesi professionale. Mi è capitato spesso di partire per una destinazione e di finire altrove, e direi che questa è l’ennesima riprova che non si può stabilire a priori come andrà a finire un progetto.

 L’idea era semplice, trattare ogni tipologia di capello o di cute con degli attivi specifici, partendo da un trattamento preshampoo, uno shampoo specifico, un balsamo dedicato e un impacco, che considero una manna dal cielo per la cute. Un trattamento che si potesse fare in salone e continuare a casa ecco la premessa della linea classica Bio Gentleaf. In verità ho scoperto con l’andar del tempo che le maschere preshampoo non si sa manco a cosa servano, perchè non si fa che parlare di maschere per le lunghezze e il cuoio capelluto pochissimi pensano a trattarlo se non in condizioni quali dermatiti, problemi di diradamento e altre patologie. Passiamo ore a metterci creme , sieri, tonici e quant’altro sul viso, ma sul cuoio capelluto mai un prodotto per idratare, nutrire, lenire. Le mie maschere invece nascevano per quello scopo. 

Hai i capelli grassi? Non serve uno shampoo aggressivo, Bio Gentleaf ha uno shampoo super delicato, ma devi abbinarlo con la maschera, che è ricca di attivi astringenti e purificanti, oltre che riequilibranti. Soprattutto devi usare l’impacco preshampoo, che grazie agli oli che lavorano per affinità con la cute, ed agli estratti vegetali, con il suo tempo di posa prolungato ha un’indiscutibile efficacia nel riequilibrio della produzione di sebo. Questo per fare un esempio concreto. Invece non ha attaccato molto il mio ragionamento, una persona con i capelli grassi continua a inorridire a pensare di mettersi una maschera preshampoo o un mix di oli, e non serve spiegare che sono fatti apposta per il suo problema. Il messaggio non arriva se non in rari casi. 

 C’è di buono che molte persone oggi usano le erbe ayurvediche, anche se non penso che vadano bene per tutti - vedi per esempio chi ha problemi di infiammazioni alle cervicali - e come operatrice olistica vi garantisco che ce ne sono tante di persone con questo problema! E ritengo anche che siano sopravvalutate, ma questa è la mia opinione personale, nonchè che non siano affatto facili da usare correttamente. Inoltre hanno lo svantaggio di dover essere preparate a volte con ore di anticipo rispetto al loro utilizzo. E siccome vedo da anni ormai che si spiega come si fa il gel ai semi di lino, mi dico anche che forse forse non è per tutti l’arte dello spignattare

 Il mio obiettivo quindi è man mano diventato più affine alle esigenze del mercato, ovvero di fare delle routines SEMPLICI, EFFICACI, SICURE. Ho detto una volta a una mia cliente e amica che sono una donna pratica, non ho tempo, non ho voglia di impazzire con pentolini e colini. Di comprare un sacco di cose che poi non so bene come usare. Per questo faccio cosmesi per chi come me vuole un prodotto che funziona e non è complicato da usare.

Una routine di facile comprensione. Non sopporto i libretti di istruzioni, e sono sicura che ci siano tante persone come me. Il concetto è semplice: preshampoo - shampoo - postshampoo e prodotti di styling e di trattamento quotidiano. Così è nata la KHCR, si è frantumata una convinzione e ne è uscita una migliore, più facile da spiegare e anche da usare, perchè la KHCR va bene per tutti, un grande passo in avanti!! Immaginate infatti chi si guarda allo specchio ed ha capelli fini, grassi e ricci, che linea deve prendere?? È amletica la domanda no? 
 

 

Di recente hai introdotto invece la linea Korean ispirata agli attivi di origine coreana. Come mai hai rivolto l’attenzione verso l’oriente?

Ho sempre amato l’Oriente. Ho fatto il primo viaggio in Oriente nel 1987, ero appena uscita dalla scuola superiore e qualcosa dentro di me premeva per andare là. Ai miei tempi si leggeva Siddharta e Salgari e si sognava l’Oriente fin da ragazzini. E’ stata un’esperienza formativa decisiva per la mia vita. Anni fa poi ho avuto la fortuna di fare una formazione specifica di massaggio coreano, Keng Rack, e di diplomarmi. Come vi ho raccontato sono operatrice olistica, tutte le tecniche che uso sono orientali, e mi piace anche la cucina asiatica ... anche se non c’entra :), le arti marziali, il buddhismo e le filosofie orientali in genere.

 Dunque un giorno leggo della skincare coreana e mi si accende una lampadina. Inizio a studiare e man mano che approfondisco mi viene voglia di provare a fare una haircare con i medesimi principi, che sono proprio conformi al cento per cento con la mia visione personale. Ed ecco, è stato incredibilmente semplice per me, era già tutto scritto a gennaio, in due settimane era pronto il progetto. Poi la ricerca degli attivi, importati direttamente dalla Corea, e tutte le vicissitudini per creare le etichette, facendo impazzire il mio povero grafico, perchè sapevo esattamente come le volevo, erano davanti ai miei occhi!!



Qualcuno ha letto le mie 26 pagine iniziali in cui spiegavo la KHCR, qualcuno che mi vuole davvero bene perchè ho dato il tormento a poche persone, sapendo che era una cosa impegnativa. Un sogno superlativo, la cosmesi olistica. Mia figlia a volte quando parlo dice che le pare di sentire Confucio, vi ho detto tutto no? A parte gli scherzi, gli attivi coreani fanno parte di una tradizione secolare, millenaria. Quando parlate di piante in Oriente state parlando di una cultura antichissima, con una documentazione estesissima. 

Si parla di medicina tradizionale, un patrimonio straordinario per chi come me attinge dalla Natura le sostanze funzionali per i prodotti cosmetici. In questo modo ho potuto fare delle formule che sono così ricche e così efficaci che fanno la differenza. Funzionano. Sono semplici. Sono efficaci. Ho abbandonato il concetto della cosmesi professionale, ho abbracciato quello della cosmesi curativa, dell’armonizzazione del sistema cute-capello. Una vera rivoluzione, infatti il mercato ha risposto con sorpresa ed ha accolto la KHCR benevolmente ancor prima che venissero dimostrate le sue vere potenzialità. La nonna direbbe che con il tempo e con la paglia maturano le nespole.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Non fare progetti. Vivere alla giornata e trovare sempre il tempo per una chiacchierata al telefono con la signora Maria che vuole sapere cosa fare con i suoi capelli maltrattati dalle tinte, con la signora Grazia che sta pensando di aprire una bioprofumeria, con la signora Daniela che ha la figlia piccola con i capelli ribelli. Le novità nascono a gennaio, quando l’inverno ci suggerisce di mettere radici più lunghe per affrontare l’anno nuovo. La primavera è tempo di ritocchi e di definizione dei dettagli. L’estate è il tempo del lavoro spensierato, l’autunno è tempo di raccolto. Voglio vivere così come le stagioni, non serve fare troppi progetti, la vita insegna che stare sempre proiettati nel futuro non ha senso. Ho un solo desiderio, continuare a lavorare con questo piacere, questa passione e questa serenità.

Grazie  Sonia per questa bellissima chiacchierata!

A presto!

Lavinia

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