Persino le mie ansie hanno l'ansia - diceva il saggio Charlie Brown

Questo articolo non ha certamente l’obbiettivo di approfondire un argomento così complesso come quello trattato ma, può magari, riuscire a far aprire un po’ le menti ed iniziare a farci porre delle domande sensate

Iniziamo subito spiegando che, l’ansia, è una “dotazione di base” che abbiamo che, è stata selezionata, in milioni di anni di evoluzione. Quindi, non dobbiamo assolutamente eliminarla, c’è però da dire che, quando supera una certa soglia, può diventare faticosa da gestire

Fonte foto: www.mindfulnessfirenze.it

La funzione di questo falso nemico

L’ansia serve ad attivarci nei confronti di una minaccia, di un pericolo. 

Se questa ha una funzione evolutiva, significa che riguarda dei pericoli che oggi non sono più presenti ma, che erano di gran rilievo, per i nostri antenati, come ad esempio i predatori

L’ansia che noi proviamo nelle nostre vite, ovviamente, non si riferisce ai predatori ma a tutto ciò che però interpretiamo come una minaccia e, che quindi, attiva una serie di reazioni corporee ed emotive che sono tipiche del rischio. Per ipotesi, nella nostra epoca, una minaccia potrebbe essere quella di andare a fare una riunione con un capo particolarmente aggressivo. 

L’attivazione fisica si riferisce proprio alla possibilità, ad esempio, di fuggire dal predatore o di combatterlo, creando quindi una forte attivazione fisiologica che però non viene sfogata perché quello che facciamo è semplicemente andare ad una riunione di lavoro.

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www.chiccodirisopistoia.it
 

Come affrontare l’ansia che ci attanaglia

Perciò, cosa possiamo fare per abbassare il livello dell’ansia e quindi modificare tutto questo? 

Abbiamo a disposizione due differenti canali: 

  •  Strumento psicologico 
  •  Strumento corporeo 
 

Il “canale mentale”

Il primo canale consiste nell’interpretazione della minaccia, quindi dobbiamo chiederci, rispetto all’ansia che proviamo, qual è la minaccia psicologia che sentiamo, cosa interpretiamo in maniera così pericolosa da farci sentire intimoriti. Ad esempio: l’idea di non essere abbastanza bravi, di non essere all’altezza dei compiti che ci vengono assegnati o di poter perdere il lavoro. Tutte queste sono minacce psicologiche. 

Fermandoci un attimo ad interpretare ed a capire cosa, per noi, rappresenti una minaccia da un punto di vista psichico possiamo provare a calmarci perché, così facendo, possiamo ristrutturare la gravità di questo pericolo

 Dunque, la questione che mi pongo è proprio cosa mi spaventa veramente nell’affrontare una determinata situazione; di che cosa ho paura nel fare una certa cosa. 

Questo strumento è quello che in materia viene chiamato una ristrutturazione cognitiva, cioè viene interpretata la paura sottostante e ci si crea un discorso che ne ricalibri la gravità. 

Fonte foto: www.psicologofuriocamillo.it

 

Il “canale fisico”

Un altro strumento importantissimo è invece quello corporeo. 

Quando è presente un’iperattivazione corporea, e questa attivazione non viene sfogata, si ha il bisogno di incanalarla in qualche modo. I due strumenti principali per convogliare l’eccesso di attivazione corporea sono lo sport e la respirazione.

Gli aiuti che vengono in nostro soccorso

Quindi, dopo una giornata lavorativa in cui si è verificata una forte attivazione non è consigliabile spegnere direttamente la mente, perché, se tutto il sistema è attivato, si ha prima il bisogno di fare un ulteriore passaggio e questo passaggio può ad esempio prevedere la possibilità di rientrare a casa a piedi, o di fare un po’ di stretching o ancora di fare un’attività cardiovascolare che permetta a queste energie accumulate di sfogarsi ed ai muscoli contratti di distendersi prima di potercisi rilassare per la notte. 

Altro strumento fondamentale che possiamo utilizzare sono le tecniche respiratorie: la respirazione e la sua regolazione hanno infatti un potere fondamentale nell’attivarci o nello spegnerci.

Salute mentale e tabù da sdoganare

A volte possiamo avere delle iperattivazioni ansiose che possono arrivare anche all’attacco di panico ma che non riusciamo assolutamente a capire da che cosa dipendano. In questi casi è fondamentale rivolgersi ad un terapeuta - senza timore di essere giudicati o criticati - per riuscire a capire da dove derivi questa minaccia, perché potrebbe riguardare delle esperienze di vita passate: ad esempio delle situazioni di vita traumatiche, che per qualche ragione si sono riattivate, ed è nel nostro interesse affrontarle in modo da poterle superare. 

È importante sdoganare i tabù che riguardano psicologi e psicoterapeuti in quanto queste figure professionali sono spesso fondamentali per la soluzione di difficoltà e dilemmi per cui una gran percentuale della popolazione soffre. 

L’ansia, infatti, quando supera una certa soglia in termini di continuità e quindi si presenta di frequente - tutti i giorni oppure con dei forti sali-scendi - può creare difficoltà a compiere determinate azioni di base, come fare la spesa, andare in banca o guidare, e può arrivare inoltre a provocare dei veri e propri attacchi di panico; in questi casi è essenziale l’aiuto di un professionista, perché ,anche se non ce ne rendiamo conto da soli, abbiamo bisogno di aiuto, e chiedere aiuto, soprattutto ad oggi, è sempre più importante


Fiorella Valeria Paolini

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