Maschere, abiti e atelier da sogno al Carnevale di Venezia

Cari amici, quest’oggi ci immergiamo nuovamente all’interno della magica atmosfera del Carnevale veneziano, per parlarvi di un argomento davvero affascinante: le maschere, i costumi ed il mondo degli atelier che producono i bellissimi abiti che vediamo tutt’oggi indossati durante i balli e le feste in maschera. 

Fonte immagini: www.visitvenezia.eu

Maschere di Venezia

Iniziamo accennando brevemente alle famose maschere indossate a Venezia durante il Carnevale. La loro origine si perde nella notte dei tempi, in un intreccio di storia e leggenda. 
Quel che è certo, è che fin dall’inizio dei festeggiamenti, le maschere hanno costituito l’anima stessa del Carnevale, donando la possibilità di divertirsi e divertire in totale anonimato, come ho già spiegato nel mio precedente articolo, che potete leggere cliccando qui

La Baùta, sicuramente una delle più conosciute, si suddivide in due tipologie. 
La Baùta maschera o Larva (dal latino “fantasma” o “maschera”): è una semplice maschera che nasconde il viso ma che permette di bere e di mangiare. 
La Baùta costume: formata da un mantello in panno, o tabarro, di colore scuro, un cappello a tricorno e la Larva. L’origine della Baùta si perde nel tempo, e sicuramente veniva indossata sia durante il Carnevale, sia in altre occasioni, come a teatro e nelle feste.

Tra le maschere preferite dalle donne c’era sicuramente “la Moretta”, una piccola maschera ovale in velluto scuro, da indossare con un cappellino e abiti raffinati. Curiosità: era una maschera “muta”, in quanto si reggeva tenendo in bocca un bottone interno!

Altro grande classico è la Gnaga, utilizzata dagli uomini per impersonare figure femminili. Il costume prevede dunque indumenti femminili e una maschera con sembianze da gatta

Ed infine il Volto, che oggi è sicuramente la maschera più diffusa e famosa: piume, lustrini, ricami dipinti o applicati, è decorata in tantissimi modi diversi, copre interamente il volto e può essere abbinata ad abiti altrettanto elaborati.
 
La baùta, la Moretta e la gnaga. Fonte foto: www.visitvenezia.eu
 

I costumi della commedia dell’arte

Moltissimi erano gli appuntamenti di Carnevale a teatro: addirittura dalla metà del Cinquecento aprirono a Venezia numerosi piccoli teatri, per permettere proprio a tutti, appartenenti ad ogni ceto sociale, di godere degli spettacoli che, numerosissimi, andavano in scena. 
La definizione stessa di "commedia dell’arte", nacque proprio a Venezia intorno al 1750, coniata dal grande Carlo Goldoni
Le sue commedie venivano rappresentate numerosissime durante i festeggiamenti del Carnevale: nasce così una sorta di simbiosi tra le commedie goldoniane ed il Carnevale di Venezia stesso.

Ne fanno parte i personaggi della tradizione del teatro italiano, della seconda metà del Cinquecento. I costumi indossati dagli attori erano proposti in fedeli riproduzioni storiche e rappresentavano dunque la moda di quel periodo.

Fra i personaggi/costumi più importanti c’è sicuramente il facoltoso mercante veneziano Pantalone, la figlia Rosaura, bella e vanitosa, la scaltra servetta di Pantalone, Colombina, e naturalmente Arlecchino, protagonista della celebre commedia “Servitore di due padroni”.
 
Fonte foto: www.teatrostabileveneto.it
 

Splendidi abiti del Settecento

Sicuramente oltre alle tipiche maschere veneziane ed ai costumi dedicati alla commedia dell’arte, primo piano ricoprono i fantastici abiti ispirati al Settecento veneziano, ispirati ai fasti gloriosi della Serenissima, ancora oggi prodotti con dovizia di particolari in atelier specializzati

I meravigliosi costumi veneziani erano abiti di grande raffinatezza, che mettevano in evidenza, anche scoprendo con malizia, la bellezza dei corpi delle dame che li indossavano. Una licenza rispetto a certe linee austere previste dalla morale del tempo. 
Essi erano realizzati con stoffe e sete preziose, giunte in Laguna da remote terre d’Oriente; venivano poi impreziositi dai celebri merletti di Burano, vanto di ogni donna dell’epoca. 

I corpi femminili erano strizzati in corpetti realizzati con stecche di balena, sui quali si aprivano profonde scollature, mentre le gonne apparivano ampie e voluminose grazie a particolari supporti interni.
La figura veniva slanciata in altezza grazie a calzature davvero significative, che raggiungevano persino i 50 cm, chiamate calcagnini o ciopine
Fondamentali poi gli accessori: guantini, borsette e l’immancabile ventaglio, utilizzato per la comunicazione visiva, ovvero coprire o scoprire parte del volto e comunicare con lo sguardo. 
Altrettanto importanti erano trucco e parrucco: la moda dell’epoca prevedeva per le dame visi di porcellana, che venivano quindi sbiancati con creme a base di biacca, e un piccolo tocco di colore a gote e labbra. 
Un piccolo neo finto dava un ultimo tocco di sensualità al make up della dama. 
Le acconciature dei capelli erano davvero barocche, nel senso letterale del termine! Esse erano composte da pettinature assai strutturate, sostenute da strutture complesse…ed anche molto pesanti! 

Anche gli uomini, al pari delle dame, curavano i loro abiti con dovizia di raffinatezza: anch’essi realizzati con stoffe e damaschi provenienti dall’Oriente e impreziositi dai celebri merletti di Burano, indossavano una marsina, una camicia sempre bianca, e pantaloni corti stretti sotto le ginocchia, da cui spuntavano le calze di seta. 
A completare l’outfit vi erano l’immancabile mantello (tabarro) ed un copricapo. 

Splendidi Atelier

Oggi, come nello splendore del Settecento veneziano, durante il Carnevale, le calli, i rii, e Piazza San Marco soprattutto, si riempiono di splendide figure che sfoggiano tutta l’eleganza di un tempo. 

Numerosi sono gli atelier che a Venezia producono meravigliosi abiti sia in occasione del Carnevale, ma non solo: al loro interno si viene trasportati in un altro tempo e in un altro luogo, fantastico, raffinato, magico. 

Atelier Antonia Sautter, Atelier Pietro Longhi, Atelier Scatola Magica, Sogno Veneziano Atelier, Atelier Flavia, Atelier Marega, Atelier del costume, Nicolao Atelier, sono alcuni dei più famosi laboratori che si trovano nel cuore della città lagunare e che fanno sognare i loro fruitori.
 
Fonte foto: www.antoniasautter.it

E allora perché non provare almeno per un giorno l’emozione di indossare un meraviglioso abito? Se non si vuole acquistarne uno su misura, è possibile prenderne uno a noleggio, il cui prezzo varia a seconda della foggia e dei ricami scelti.


L’atelier di abiti d’epoca, a Venezia, rappresenta davvero il luogo della raffinatezza, del  sogno, della bellezza senza tempo....

E allora….che sogno sia! 

Valentina

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